RASSEGNA STAMPA

IL MESSAGGERO - Il prefetto Fiorilli: «Meno fumogeni, più etica»

Roma, 3 dicembre 2008

Il prefetto Fiorilli: «Meno fumogeni, più etica»
di Carlo Mercuri

Oggi apre a Nettuno, presso l'Istituto per Ispettori di Polizia, il "Centro di formazione per la tutela dell'Ordine pubblico". Lo dirigerà il prefetto Oscar Fioriolli, direttore centrale per gli Istituti di istruzione e già questore a Genova dopo i disordini del G8.
Prefetto, da dove nasce l'esigenza di "formare" secondo nuovi criteri il personale di Polizia addetto all'Ordine pubblico?
«E' un tema caro al Capo della Polizia. La scuola che nasce servirà a dare un indirizzo uniforme alla materia. Non è che l'Ordine pubblico finora non si sia fatto: si è fatto, però ora riteniamo sia importante condividere certi aspetti per coglierne meglio le criticità».
Perché, c'era chi faceva ordine pubblico in un modo e chi lo faceva in un altro?
«L'Ordine pubblico è sempre stato lasciato alle autorità provinciali di Pubblica sicurezza e ognuno aveva il suo modo di vedere le cose».
Come funzionerà la nuova scuola?
«Organizzerà i corsi per il personale coinvolto nei Grandi eventi del 2009».
Quindi anche per il prossimo G8.
«Certamente».
Come verranno scelti i partecipanti?
«E' intendimento del Capo della Polizia far passare tutti i poliziotti, ma proprio tutti, per questa scuola. E di invitare tutti a una riflessione su alcuni principi fondamentali, come il codice etico e l'approccio negoziale».
Che significa "codice etico" applicato all'Ordine pubblico?
«Significa piena consapevolezza di improntare la propria attività a un'idea di servizio pubblico».
La Polizia farà tesoro degli errori commessi durante il G8 di Genova?
«La Polizia fa tesoro di qualsiasi errore, non solo di quelli commessi a Genova. C'è stato talvolta, nella comunicazione interna, qualche disguido che non ha portato alla necessaria corresponsabilizzazione».
Meno manganelli e più capacità di comprensione delle folle. E' corretto evocare quest'immagine, a proposito della nuova polizia?
«Certo. Il capo della Polizia vuole "rivisitare" certi strumenti. Le polizie europee hanno strumenti superiori ai nostri. Noi abbiamo ancora il manganello o il lacrimogeno. Invece molti Paesi europei hanno abbandonato il lacrimogeno-fumogeno».
Che cosa usano?
«I lacrimogeni liquidi. I fumogeni, infatti, sono devastanti perché coinvolgono anche persone che non c'entrano niente».
La nuova scuola non punterà per caso anche su una didattica di tipo"psicologico", di persuasione morale?
«Sì. La negoziazione, su cui insisteremo, molte volte ha evitato incidenti. Poi, certo, c'è anche l'esigenza di intervenire. Se bisogna intervenire, si interviene. Anche lì, però, occorre rivedere le modalità di utilizzo del personale».
Come?
«Oggi ancora usiamo fare le barriere di agenti per fermare le persone, nel futuro eviteremo di utilizzare il personale a barriera. E le cariche dovranno essere fatte in modo corretto».
La polizia è uscita dagli stadi e negli stadi le violenze sono cessate. Che ne pensa?
«La collocazione impropria del personale, a volte, può produrre tensione».